Visitare Todi

Il centro storico, medievale, vanta edifici sacri di prestigio come la cattedrale di Santa Maria Assunta, la chiesa di San Fortunato ed il convento di San Giovanni Battista. Fuori dalle mura si trova la famosa chiesa rinascimentale di Santa Maria della Consolazione. Nella cattedrale della Santissima Annunziata vi è un dipinto di Ferraù da Faenza, d'ispirazione michelangiolesca, chiamato Il giudizio universale. Nella cripta vi è un museo.

Nella cripta della chiesa di San Fortunato vi è una tomba di 4 santi (tra cui San Cassiano) e, su di una parete del muro, un ovale con l'immagine ad affresco del beato Jacopone da Todi. D'interesse è anche la rocca, che con i suoi 411 m s.l.m. è il punto più elevato della città. La rocca è stata edificata per volontà di papa Gregorio IX nel 1373. Per la sua edificazione è stato necessario abbattere alcuni edifici nei dintorni (il monastero di San Leucio e alcune case private del "Borgo di San Giorgio"). Dopo svariati anni, nel 1503, fu demolita per volontà di Ludovico degli Atti 

  • Il Museo Civico, sito all'ultimo piano dei Palazzi del Popolo e del Capitano, restaurato nel 1997, possiede una collezione di numismatica, archeologia, tessuti, ceramiche, nonché una pinacoteca;
  • il Museo Lapidario della città di Todi, presso il Polo Museale delle Lucrezie, dove è conservata una raccolta, tra le più antiche dell' Umbria, di materiali lapidei di età romana, medievale e moderna; 
  • in Piazza del Popolo dove possiamo visitare: il Palazzo del Popolo, il Palazzo del Capitano, il Palazzo dei Priori, il Palazzo Vescovile: finito di costruire nel 1593 su ordine (e finanziato) del vescovo Angelo Cesi, che fece apporre il proprio stemma sopra al portone, stemma attribuito al Vignola. Oltrepassato l'ingresso si accede ad una corte interna, mentre al primo piano vi sono un salone affrescato da Ferraù da Faenza, detto il Faenzone, nel 1594, ed una galleria affrescata da Andrea Polinori, terminata nel 1629).

 

  • il carcere di San Cassiano,
  • i nicchioni romani (siti nel piazzale del mercato vecchio, chiamato così per via del mercato che si tenne in questa piazza dal 1819), una costruzione romana con base di 48 m x 11 m; secondo alcune ipotesi, si tratterebbe di un tempio dedicato a Marte), 
  • cisterne e cunicoli, 
  • una triplice cerchia di mura difensive:

La terza cerchia di mura, come attesta la cronistoria locale, è stata ultimata nel 1244; è arrivata ai giorni nostri pressoché intatta grazie a svariati interventi di restauro e per esigenze difensive. La terza cerchia di mura è lunga circa 4 km ed è provvista di porte munite di contrafforti e bastioni. Le porte prendono il nome dalle città di destinazione:

  • Porta Perugina;
  • Porta Romana; 
  • Porta Amerina; 
  • Porta Fratta; 
  • Porta Santa Margherita o della Consolazione, presso il relativo Tempio, demolita; 
  • Porta Orvietana, franata, ne rimangono tuttavia degli avanzi; 
  • Porta Cupa, franata. 

Altre porte: 

  • Porta Libera; 
  • Porta Aurea; 
  • Porta Catena o di Sant'Antonio, chiamata così per le catene di protezione a sbarramento dell'accesso.

La prima cerchia di mura è di epoca umbro-romana; ne rimangono resti prevalentemente nei pressi della Porta Marzia, ebbe delle modifiche nel XVII secolo. Un'altra serie di mura si può ammirare nei pressi della Valle Inferiore (detta anche delle Lucrezie), localmente chiamata muro etrusco (impropriamente, perché realmente costruito in epoca romana - quest'opera è una delle più imponenti opere romane di Todi). Presentano due cunicoli (inferiore e superiore), costruiti per scopi idraulici ed ancora funzionanti.

Un teatro (istituito con delibera comunale nel 1868), cui partecipò alla costruzione l'architetto aretino Carlo Gatteschi. Il teatro fu costruito demolendo le case circostanti e completato nel 1872. Annibale Brugnoli dipinse il sipario del teatro con una scena raffigurante l'arrivo di Ludovico Ariosto, a Todi nel 1531); il palazzo Landi Corradi (sulla facciata si apre il portale in travertino attribuito al Vignola, fu sede di un seminario e fu restaurato nel 1954 per iniziativa del vescovo Alfonso Maria De Santis)